Ieri si è consumata una brutta pagina della nostra Provincia. L'omicidio di un Sindaco è di per sé un fatto grave se si pensa che chi ricopre quella carica istituzionale legittimamente rappresenta tutti i suoi concittadini: è come se si uccidesse ad uno ad uno tutti i componenti di una certa comunità.
L'efferatezza del delitto e il movente che si immagina in questo caso, poi, tendono a conferire all'agguato il tono cupo di un attacco alla democrazia oltre che alla persona rimasta vittima del penoso atto. In particolar modo, inoltre, quando si colpiscono determinati personaggi, simboli di legalità e di giustizia (come non ricordare gli omicidi parimenti brutali di Falcone e Borsellino o di Peppino Impastato, per citarne solo alcuni), la criminalità organizzata intende lanciare un messaggio non solo alla vittima e ai congiunti della stessa ma a tutta la società civile che apprende inerme la notizia. Il sinistro atto che ci ha scosso nella giornata di ieri non è che un'attestazione di una posizione di potere del tipo "Qui ci siamo noi e questa terra non è più vostra!".Questo atto infame rappresenta un’ennesima conferma della drammaticità quotidiana che si vive nella nostra terra infestata da troppe propaggini criminose le quali condizionano inevitabilmente il vivere civile e lo sviluppo sociale e politico delle nostre comunità. Ma commentare solamente notizie del genere non serve a nulla. Bisogna agire, proprio ora che il nostro nemico appare più forte siamo obbligati a rispondere con altrettanta forza e soprattutto con una coesione di intenti che faccia superare a tutti coloro che credono nella legalità gli steccati della dialettica politica. Mentre noi "discutiamo", infatti, c'è qualche gruppo di interesse che tenta di allungare i propri tentacoli sulle nostre terre (e noi della Piana del Sele ne sappiamo qualcosa...) ed anche laddove, fino a ieri l'altro, si dormiva tranquillamente con le chiavi deposte nelle serrature.
Oggi pomeriggio al porto di Acciaroli bisogna gridare a gran voce la nostra ferma contrarietà alla camorra e ad ogni forma di criminalità organizzata, urlando che "La camorra è una montagna di merda!" (parafrasi dell'espressione che condannò di fatto ad un'atroce morte Peppino Impastato), prima che " 'o sistema" non prenda il largo anche in oasi felici della nostra Provincia, prima, cioè, che non sia troppo tardi anche solo per parlarne.
Cristian Telese
segretario PD Bellizzi
Nessun commento:
Posta un commento