Dopo l' ubriacatura di gioia derivante dai ballottaggi di ieri e dalle elezioni amministrative di 15 giorni fa è tempo ora di fare qualche considerazione a mente fredda.
Voglio essere chiaro e conciso: sono contento.
Sono contento innanzitutto per gli Italiani, perchè nonostante i tentativi di corporazioni politiche nazionali (non solo di destra...) di stanarne la coscienza civica, sono andati a votare e si sono fatti vedere e sentire nelle piazze, per festeggiare come anche per contestare ma pur sempre per partecipare.
Sono contento per i neo eletti sindaci i quali possono contare su di un'elezione pienamente e potentemente legittimaperché partecipata: la democrazia spesso non è solo forma ma sostanza.
Infine sono contento per il mio partito, il Partito Democratico. Credo che non abbia propriamente vinto le elezioni (piuttosto, in molti casi, sono stati gli avversari a perderle) ma il risveglio forte, chiaro e, forse, anche inaspettato dell'opinione pubblica riporta l'asse del confronto politico di nuovo sul terreno più favorevole (o che almeno dovrebbe essere tale fisiologicamente) per un partito a vocazione popolare (se non maggioritaria) qual deve essere il PD oggi: il rapporto diretto con la cittadinanza.
Probabilmente è stato proprio quest'ultimo l'elemento vincente per le elezioni di Pisapia, di De Magistris o di De Luca i quali sono andati ben aldilà degli apparati di partito, dei bizantinismi di sistema (congressi, congressucci e rappresentazioni melodrammatiche varie) e dell'ipocrisia di chi in questi ultimi 17 anni ha affermato (sia a destra che a sinistra) di voler cambiare tutto per poi non cambiare mai un bel niente.
Un augurio particolare va, poi, a tutti gli eletti "giovani", di maggioranza o di opposizione non importa, di questa tornata elettorale: in un Paese come l'Italia di oggi fare politica avendo meno di 30-35 anni è più rischioso di un'attività imprenditoriale, soprattutto se non si ha paura delle "forze occulte" che sanno sempre dare il consiglio giusto...per non dare fastidio (...).
Questo, comunque, è il momento buono per dare una sterzata vigorosa al nostro Paese: abbiamo bisogno di tutti, nessuno escluso, e nel mio piccolo ho già cominciato da qualche tempo ad agire secondo questa nuova linea politica.
Cominciamo dai referendum: lì la concertazione tra le forze di opposizione (partiti e non) deve essere palpabile.
Nei prossimi giorni il Partito Democratico di Bellizzi annuncerà alla cittadinanza un'assemblea pubblica per la discussione dei 4 quesiti referendari: la manifestazione sarà aperta a "tutti coloro che ci stanno", senza prime donne, certo, ma anche senza "duchesse" da rincorrere a tutti i costi.
Chi non capisce che questo non è più il momento di bighellonare dietro inutili tatticismi, spesso persino autolesionisti, vuol dire che non ha capito nulla del periodo storico che viviamo e delle enormi aspettative che in questo momento i cittadini stanno riponendo sulle nostre spalle.
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